COSA DEVO FARE PER AVERE LA VITA ETERNA?
"Un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui».
Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così»".
Cosa devo fare per avere la vita eterna?
È la grande domanda del Vangelo di questa domenica. In effetti, è la domanda che ogni uomo porta dentro di sé.
Ma cosa significa vita eterna?
Il personaggio del Vangelo che pone questa domanda a Gesù per metterlo alla prova, è un esperto in materia di religione e religiosità, un dottore della Legge mosaica, il codice sacro che regolamentava la vita dell’intero popolo ebraico, parla di una pienezza di vita, una vita benedetta da Dio e dagli uomini, una vita che vale la pena di essere vissuta nonostante le fatiche e i tornanti in salita difficili da percorrere. Una vita che lascia il segno del proprio passaggio in questo mondo per approdare nell’eternità.
Gesù di fronte a questo grande interrogativo rimanda alla Legge che Dio ha dato a Mosè sul Sinai ed in particolare al primo comandamento che consiste nell’amare Dio con tutto il cuore, tutta la mente, tutta l’anima, tutte le forze e amare il prossimo come se stessi.
E’ l’amore il segreto della vita! La vita non è un prodotto dell’uomo e non nasce da nessuna forma di intelligenza umana o non umana. La vita nasce dal cuore stesso di Dio, dal suo Spirito. Spirito vivificante, Spirito datore di vita. Il campo d’azione dello Spirito è la vita delle persone e delle comunità.
Naturalmente la vita ha diversi livelli di comprensione: è innanzitutto vita biologica con tutti i suoi problemi; vi è poi la vita della mente, fatta di intelligenza e di libertà, vita aperta alle dimensioni intellettuali, spirituali e religiose della persona; infine vi è la vita dello spirito, come dice san Giovanni, cioè la vita donata da quel Dio che ci vuole partecipi del suo modo di esistere, cioè la vita eterna.
La vita, compresa in tutte le sue dimensioni, si nutre dell’amore che impariamo da Dio. E' Lui la fonte dalla quale attingiamo e di cui ci parla Gesù nel Vangelo. Tutta la vita di Gesù è un insegnamento che rimanda all’amore come processo vitale di cui ha bisogno ogni persona.
Il brano del Vangelo presenta un’altra domanda che riguarda l’amore al prossimo come conseguenza della prima. Chi è mio prossimo? Ogni forma di prossimità rimanda ad una alterità rispetto a sé. Si tratta dell’altro che incroci nel cammino della vita, l’altro diverso da te, che spesso non conosci e non sai cosa potrà diventare per te. L’altro è l’altra parte di te che non conosci.
Il Vangelo parla di un altro - un uomo - incontrato per caso lungo il cammino, che si trova in una situazione di sofferenza e di forte disagio, ha bisogno di essere aiutato, qualcuno se ne deve fare carico. Lo vedono diverse tipologie di persone che passano, due uomini esperti in materia religiosa, che hanno a che fare con il sacro, ma passano oltre, infine passa un samaritano, la cui religiosità risultava molto sospetta, tuttavia di lui il vangelo sottolinea la sua capacità di compassione. "Egli ne ebbe compassione".
Cos’è la compassione? Essa nasce dalle viscere della persona, dove risiede la vita stessa, è un movimento viscerale che si apre all’altro fino a farsi agganciare dalla sua presenza e soprattutto dalla sua sofferenza, sa fargli spazio, accoglierla in sé e prendersene cura: "...Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui".
La compassione è generata dall’amore, e l’amore rimane la sola risposta alla grande domanda della vita: cosa devo fare per avere la vita eterna? Cosa devo fare per non perdere la mia vita? Perché mi devo prendere cura dell’altro? Solo chi fa l’esperienza di essere amato e non si percepisce gettato in questo mondo per caso può esibire gesti gratuiti d’amore. Chi cerca Dio e il suo amore può superare la paura dell’altro che non conosce, che sente nemico, l’assenza della memoria di Dio genera la paura dell’altro e il bisogno di difendersi. Possiamo prenderci cura dell’altro per tanti motivi e veramente tanti sono le motivazioni che ci spingono ad agire.
Gesù ci indica quella infallibile dell'amore! Essa è una via che conduce la vita in un oltre che si chiama eternità che fa trovare il senso profondo del perché facciamo le cose e del perché vale la pena vivere questa vita.
don Biagio Aprile
Grazie 🙏🙏🙏
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RispondiEliminaUomini imperfetti e turbati dal peccato, da una parte, non siamo certi di ciò che è bene e giusto e, dall’altra, ci capita spesso di non essere pronti a fare il bene. È il motivo per cui Dio ci ha dato i comandamenti: essi ci indicano ciò che è giusto e fanno sentire a ognuno ciò che deve fare