Questa domenica Gesù nel
vangelo si presenta con un atteggiamento ben preciso, quello di uscire,
camminare, attraversare una zona pagana Cesarea di Filippo, fino a raggiungere
i villaggi più lontani. Un Gesù in cammino verso gli altri, lontani, distanti sia
culturalmente che spiritualmente. L’altro, per Gesù, è il fratello da incontrare
e conoscere e con cui poter stabilire una relazione. L’altro, per noi, è l’altra
parte di noi che non conosciamo, a volte è un problema che è meglio evitare.
Nel cammino Gesù pone le famose domande radicali: Secondo voi chi sono io per
la gente? Cosa hanno capito di me gli altri? Risposte confuse e lontane dalla
verità.
Poi la domanda centrale rivolta a Pietro
e in questa domenica rivolta alla
chiesa e ad ognuno di noi:
Non cosa pensi di me, ma cosa hai capito di me
nel cammino della tua vita?
Quali esperienze personali hai fatto stando a
contatto con Lui?
È una domanda complessa, non si può rispondere immediatamente,
chiede un confronto con il Signore e una preghiera prolungata.
Pietro risponde: "Tu sei il Cristo?"
Attorno a questa affermazione si cristallizzano tutte le
attese
e le speranza che ogni persona porta.
Tu sei colui che ogni cuore umano
cerca
perché sei la sola risposta al nostro vivere in questo mondo.
Tu sei il
senso nascosto di tutte le cose.
Tu sei …all’infinito potremmo dire e dare
definizioni
ma nessuna di esse lo esaurisce nel suo significato profondo.
Solo
in un’ottica di fede posiamo comprendere il Cristo.
La seconda parte della
scena evangelica si concentra sull’altra missione di Cristo:
quella della
sofferenza, del patire, dell’essere ucciso dagli altri
e non del morire di
morte naturale.
Questa è la missione in cui Cristo ci salva e ci offre la
grande lezione
sul vero significato della sofferenza,
come accettarla per
poterla portare senza farsi schiacciare.
Pietro si rifiuta e rifiuta un Dio che
soffre,
un Dio fragile che salva per mezzo della sofferenza e della morte.
Quale
immagine di Dio ci siamo fatti senza una vera conoscenza di Lui?
Gesù invita ad
un radicale cambiamento di mentalità, passare da una mentalità umana,
superficiale, razionale, logica, emotiva ad una mentalità secondo Dio,
quel Dio
che si fa conoscere attraverso la persona di Gesù,
quel Dio che ci aiuta ad
attraversare il tratto più difficile della vita che è il patire,
la via che
porta alla vita nuova, una vita che grazie alla sofferenza si fortifica,
lotta
giorno dopo giorno fino a raggiungere la meta dell’eternità
e dell’unione definitiva con
Cristo.
-P. Biagio Aprile-
... i commenti del Vangelo di P. Biagio Aprile muovono da una profondità del suo spirito, prima ancora della conoscenza e studio della Parola ... sono una ricchezza ... P. Biagio merita una speciale attenzione, non scordiamolo ...
RispondiEliminaCondivido .
RispondiEliminaPadre Biagio è un sacerdote molto profondo ,preparato sulla Parola , questo fa di lui una persona di rara " bellezza interiore ".
Grazie Padre Biagio, leggo sempre con interesse e con molta stima le tue riflessioni sulla Parola, sono un vero conforto per la mia vita fatta di preoccupazioni e di ostacoli da affrontare e superare
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