PENTECOSTE: il Paraclito che trasfigura

"Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto»". 

Sono passati cinquanta giorni dalla risurrezione di Cristo, da quel mattino radioso di luce in cui la vita e ritornata a splendere e si è resa visibile nel corpo glorioso di Cristo Risorto.

Al cinquantesimo giorno i discepoli fanno un’altra esperienza nuova che segnerà la loro vita per sempre, quella di accogliere il dono dello Spirito Santo. Nelle Sacre Scritture ci sono tante immagini per descriverlo, ma nessuna di esse risulta esauriente, ognuna rivela un aspetto fondamentale della sua realtà multiforme: vento - fuoco - acqua - luce - forza - vita e tante altre ancora. Tutte esprimono le qualità della sua natura divina e tutte sono correlate alla vita dell’uomo sulla terra e alla comunità.

Lo Spirito Santo è una realtà divina, quindi soprannaturale, invisibile. Il suo compito è quello di infondere sacralità alle cose e soprattutto trasformare le realtà umane avvicinandole a Dio. San Paolo ricorda i due grandi binari attraverso i quali scorre la vita: la carne e lo spirito.

Con il primo intende una vita vissuta esclusivamente all’interno di uno spazio fatto e pensato solo di cose materiali che posso vedere, quantificare, possedere e godere, senza alcun riferimento a Dio. La seconda dimensione riguarda le cose di cui è fatta la vita ma che scaturiscono dallo Spirito. Riguarda le cose che danno senso e significato alla vita, sono le realtà legate al mondo delle relazioni: l’amicizia, gli affetti i legami profondi.

Possiamo immaginare la vita come una casa ben costruita all’esterno, strutturalmente perfetta ossia l’immagine della carne, della materialità. Ma se in quella bella struttura non c’è luce, non c’è acqua, diventa una casa senza vita. Così è lo Spirito! Egli è la forza che dà vita alle cose. È la luce che permette di vedere tutta la scala dei colori e di ognuno tutte le possibili sfumature.

Lo Spirito essendo opera e natura di Dio ha il compito creare unità in noi, con gli altri e soprattutto con Dio. È Lui che crea legami e relazioni, che accende i grandi desideri che rendono bella la vita e la riempiono di speranza. È Lui che ci difende dal male, quale forza multiforme, opposta la bene che si annida nel cuore dell’uomo. Sono le forze avverse che frenano la speranza, paralizzano le capacità di bene, fanno sentire in colpa perchè non si è perfetti ai nostri stessi occhi.

Lo Spirito, che è unità, ha il compito di ricomporre tutti i frammenti della storia personale di ognuno e di unificarli con la forza di Dio.

Lo Spirito è la sola forza capace di trasformare l’odio in amore e di portare la pace laddove la speranza umana ha cessato di esistere. 

Chiediamo che l’effusione dello Spirito possa abitare sempre la faccia della terra e portare pace. 

don Biagio Aprile

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