IL PASTORE: BELLEZZA CHE CONDUCE
La vita del cristiano si caratterizza per la qualità delle sue scelte. La vita è fatta di scelte, piccole o grandi, ma sono proprio le piccole scelte che educano a fare quelle grandi. Il cristiano sceglie di appartenere a qualcuno, che è Cristo. Questa scelta implica l’appartenenza a una comunità: una realtà che possiamo chiamare e immaginare anche come un corpo fatto di diverse parti, tutte coordinate dal capo.
Il Vangelo di questa domenica offre delle immagini particolarmente suggestive, che esprimono molto bene queste realtà: il recinto e il gregge delle pecore sono le immagini utilizzate da Gesù per parlare della comunità che Egli ha costituito e che a Lui appartiene.
Il gregge ha un recinto, e nel recinto c’è una porta: sono elementi fondamentali per comprendere l’importanza dei pericoli a cui la comunità è esposta. La porta è l’unico luogo di accesso del guardiano del gregge. Egli è l’icona per eccellenza di Cristo, pastore e guardiano del gregge che è la comunità. Egli conosce le sue pecore: ci conosce sin dal grembo materno, conosce la storia di ognuno in tutti i suoi particolari, conosce il dolore e i sogni, i fallimenti e le illusioni. Per ognuno è disposto a dare la vita.
Le pecore del gregge ascoltano la sua voce: la sanno riconoscere e la distinguono dalle altre, soprattutto da quelle che non entrano dalla porta del recinto, a cui non interessa la vita del gregge – i lupi, i mercenari.
Gesù si definisce il pastore buono, ma il termine originale significa anche “pastore bello”: non si tratta di una bellezza estetica, forse anche quella, ma di una bellezza che va oltre l’apparenza, una bellezza correlata alla bontà, al bene e al vero. Ogni bellezza dovrebbe produrre il bene e condurre alla verità.
La bellezza di Gesù ha come caratteristica quella di offrire il bene della sua vita. Egli è la vita, e la sua è una vita interamente donata per il suo gregge. Tra il buon pastore e il gregge c’è una forte correlazione d’amore, che si fonda sulla conoscenza e sull’appartenenza reciproca.
Egli, il pastore buono e bello, apre la porta del recinto e conduce il gregge – la comunità – nelle strade del mondo. Aiuta ad attraversare le prove della vita, con tutte le sue insidie e i suoi pericoli; aiuta ad affrontare stanchezze e delusioni; indica nuove vie per ricominciare sempre.
Il Cristo, presente nelle nostre comunità e nelle nostre vite, continua ancora oggi ad accompagnare le nostre esistenze attraverso l’ascolto della sua parola e attraverso le persone della comunità che sono già avanti nel cammino di fede e di conoscenza di Lui. Queste ci aiutano a discernere la sua presenza nella nostra vita e la sua volontà nella ricerca del vero e del bene, di cui abbiamo bisogno.
Egli è il Pastore vero, buono e bello: l’unico capace di soddisfare le nostre attese, l’unico che ci offre orizzonti di speranza e di vita.
don Biagio Aprile
Mi permetto di aggiungere alla tue sempre puntuali riflessioni: "...SI DEUS PRO NOBIS QUIS CONTRA NOS?..."
RispondiEliminaUn abbraccio.
Grazie Padre Biagio 🙏
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