PERCHÈ IL MALE?...
Accadono taluni fatti nella nostra vita che ci
costringono a fermarci e riflettere al di la dell’ovvietà. Fatti, esperienze,
circostanze che fanno sorgere domande di fronte alle quali proviamo un senso di
smarrimento perché non abbiamo una risposta esaustiva.
Quando siamo costretti a stare di fronte alla sofferenza, oppure ad abitarla in prima persona, quando piovono addosso problemi non previsti causati dalla cattiveria altrui che cambiano il normale percorso quotidiano, quando la vita diventa un enigma o come diceva Agostino d’Ippona, "sono diventato un problema a me stesso", è allora che sorgono quelle domande sollevate tra le righe dalla pagina del vangelo di oggi:
perché il male? Perché proprio a me? Da dove viene il male?
Sono le famose domande
radicali che ci costringono ad entrare in noi stessi e pensare in modo non
facile perché spesso siamo tentati di cercare risposte fuori di noi esattamente
come dice Gesù nel vangelo.
Egli ci invita a cercare dentro di noi il senso del
male. Il cuore dell’uomo è il luogo intriso e ferito dal male, ognuno di noi è
un portatore sano. I fatti di cui parla il vangelo, che hanno provocato la
morte di diverse persone, danno lo spunto a Gesù per parlare di un’altra morte.
Se è vero che non è stato il peccato a causare la tragedia del gruppo dei
Galilei o delle persone morte nel crollo della terra, è però il peccato a
impedirci di trovare la vita o di vivere una vita in pienezza.
Siamo chiamati a formare dentro di noi una coscienza
che aiuta a identificare il peccato che ci abita e soprattutto prenderne le
distanze, aiutati dalla grazia di Dio. Il vangelo ci presenta l’immagine della
vigna e del fico: la vigna rappresenta il dono della vita al cui centro dovrebbe
esserci la Legge di Dio, racchiusa nelle Sacre Scritture, rappresentata
dall’albero di fico. Il tempo della quaresima è il tempo in cui valutiamo i
frutti che la Parola di Dio ha prodotto nella nostra vita:
Questa Parola viene seminata costantemente e attende di essere accolta come elemento vitale e performante. Gesù per tre anni di seguito non trova frutto nell’albero di fico. Tuttavia non si stanca di venirli a cercare anche quest’anno. È tempo di conversione vera! È il tempo della cura dell’anima, in cui siamo chiamati ad individuare quelle forme di male che rallentano o bloccano il tanto bene che ognuno potrebbe fare. La parola di Dio accolta nel silenzio e nella preghiera può diventare ancora il concime indispensabile da mettere nei lunghi solchi da arare e eliminare le tante impurità, guarire ferite lente a rimarginarsi e fare in modo che l’albero della nostra vita porti i frutti di una nuova Pasqua.
don Biagio Aprile
♥️🙏
RispondiEliminaGrazie per la riflessione sul vangelo. Ti sono molto grata.
EliminaBuongiorno in questo periodo queste parole sono veramente importantissime per me sto attraversando un momento molto delicato spero che il Signore mi aiuti ad accettare tutto 🙏🙏🙏
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