LA GIOIA DELLA CONSOLAZIONE
Riscoprire il senso della gioia
Liberare il grido di gioia che attende nel cuore di ognuno.
È la riflessione che tutta la Chiesa fa in questa terza domenica di avvento, in preparazione al Natale.
Cos’è la gioia?
Un sentimento molto
forte, intimo, profondo che accade, perché semplicemente esiste e non dipende
da te. Non dobbiamo confondere la gioia con una delle tante emozioni che si
consumano per riempiere i vuoti della vita.
Il profeta, colui che legge la storia dell’oggi con gli occhi di Dio, ci invita a gioire perché Dio si è messo in movimento, scende in campo e viene a combattere con noi per affrontare le avversità nemiche dell’uomo.
Al Battista diverse categorie di persone pongono la grande domanda:
Cosa dobbiamo fare?
Alle folle risponde dicendo che non si tratta tanto di un fare, quanto di imprimere una direzione diversa alla vita. Indica la via della condivisione. L’invito è quello di smettere di pensare solo e sempre a se stessi. Per crescere nella vita bisogna farsi interrogare dai bisogni profondi degli altri, incontrare l’altro così diverso da me mi aiuta a ritrovare quella parte di me che ancora non conosco.
Ai pubblicani, coloro che riscuotevano le tasse per conto dei romani chiede un fare che è un cambiamento di mentalità: non esigere più di quello che è stabilito. Quante volte diventiamo esigenti con noi stessi e con gli altri, pretendendo l’impossibile, creando forme di ingiustizia sociale e di squilibri anche disumani.
Ai soldati risponde di non estorcere, di non usare violenza, di non abusare di ciò che si è per scopi personali.
C’è un clima di grande attesa, una sorta di grande bisogno di consolazione da parte di Dio. Da dove verrà’? Giovanni indica un uomo forte, molto forte, un personaggio misterioso.
La sua forza consiste nella potenza dell’amore capace di combattere tutte le forme di ingiustizia, ma soprattutto la sua prerogativa è quella di darci una nuova vita, una vita nello Spirito. Egli battezzerà nello Spirito e sarà lo Spirito a guidare la storia di ognuno di noi, sarà lo Spirito del Signore a farci riconoscere nel Bambino, che nascerà a Betlem da Maria, il Figlio di Dio venuto nella carne. Solo lo Spirito ci può condurre a celebrare nella verità la memoria della nascita di Gesù, quale compagnia della vita e motivo di vera gioia che sale dal profondo di ognuno di noi.
don Biagio Aprile
Commento molto profondo,
RispondiEliminaGrazie oadre Biagio.
Grazie P.Biagio
RispondiEliminaGrazie padre biagio ❤️
RispondiEliminaBellissima riflessione... grazie Padre Biagio
RispondiEliminaGrazie ,P, Biagio
RispondiEliminaGrazie Padre Biagio ❤️
RispondiElimina🙏❤️
RispondiEliminaCosa dobbiamo fare? Prendersi cura degli altri. Questo imprime alla nostra vita una direzione diversa alla nostra vita.
RispondiEliminaTantissimi auguri p. Biagio,
so che prossimamente saranno nella tua diocesi le reliquie di santa Bernadette, preghiamola
Grazie Padre Biagio 🙏❤️
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