IL SEGNO VISIBILE DEL DIO CON NOI
Siamo arrivati alla quarta settimana di avvento, tempo necessario in cui il senso dell’attesa diventa determinante per comprendere aspetti inediti della nostra vita. L’Atteso è ormai alle porte:
Sapremo distinguere il rumore dei suoi passi nel frastuono di questi giorni?
Il cuore, quale sacrario di ognuno, sta veramente disponendosi ad accogliere la sua presenza come dono, novità assoluta e propizia per il nostro bene?
Il brano del vangelo di questa domenica si focalizza su Maria di Nazareth, personaggio indispensabile senza la quale è impensabile comprendere il mistero del Natale e quello del presepe.
Maria si alza in fretta, così ripete il vangelo. Il testo greco utilizza un verbo che dice l’assoluta prontezza, la postura di chi deve compiere una particolare missione da cui dipende il destino di tutti. Ella porta una novità assoluta che si trova racchiusa nel suo grembo verginale. Si tratta di una creatura concepita non per sua volontà, ma su una proposta che viene da Dio.
Maria ha detto il suo Sì, libero e travagliato; ha accettato tutte le implicanze e i rischi di ogni inevitabile incomprensione. Maria con la sua scelta, dà al mondo un grande insegnamento: nella vita bisogna fidarsi di Dio!
La sua missione la impegna subito, si mette in cammino e va a trovare un’altra donna, Elisabetta moglie di Zaccaria, entrambi anziani. Hanno atteso per tutta la vita la possibilità di essere genitori e quando ormai le speranze erano completamente svanite, arriva l’inattesa novità da parte di Dio. Si tratta di una avvenimento assolutamente inaudito: il grembo sterile ed invecchiato dagli anni di Elisabetta concepisce una nuova vita.
Le due donne si incontrano, entrambe avvolte da un mistero. Una giovane vergine e un’anziana sterile diventano il segno di un Dio che continua a visitare questo mondo per abitarlo insieme a noi con la sua presenza amorosa. A Lui nulla è impossibile! Maria porta una novità assoluta, il suo grembo è il luogo della manifestazione di Dio nella carne di un Bambino.
Dio, lontano, senza tempo e senza storia diventa visibile nel segno
del Bambino e attraverso lui entra nelle nostre storie creando relazioni, abita
il nostro tempo per condividere la durezza della vita, il timore di perdere la
sicurezza del lavoro, la gioia per gli scampati pericoli, il tremore dell’amore
per una nuova nascita, l’angoscia della prossimità della morte.
Dio, con la nascita del
Bambino Gesù, diventa il motivo della vera gioia, quella che niente e nessuno
potrà mai portare via.
don Biagio Aprile
Rifletto sui nomi che Dio ha assegnato al figlio di Zaccaria
RispondiElimina"Giovanni" e a suo figlio"Gesu'".
Giovanni: essere" misericodioso"
Gesù "salvatore"
Sempre grazie p.Biagio e rinnoviamo ancora tantissimi auguri. Un abbraccio Silvia e Francesco.
Grazie padre Biagio e tanti auguri
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