«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».
Il tempo che si apre
dinnanzi a noi è segnato da una particolare sacralità e Dio viaggia dentro il
flusso inarrestabile del tempo, percorre la storia ed entra nelle nostre storie,
suscitando il grande senso dell’attesa.
Dio viene a cercarti, Dio vuole
incontrarti per rivelarti il mistero della vita. Egli è la Sapienza senza la quale
è impossibile stare nel mondo.
Questo è il tempo di AVVENTO
"Qualcuno", un "Altro" avanza alla ricerca dell’uomo.
Per farti trovare
devi uscire da te stesso e incamminarti in un esodo senza ritorno, solo così
puoi trovare l’Altro, l’altra parte di te che non conosci.
Il brano del Vangelo di
questa prima domenica di Avvento rivela una grande verità, apparentemente
scomoda: il senso della fine insito in tutte le realtà di questo
mondo. Tutto è destinato a finire e tutto ciò suscita paura e angoscia. Solo
chi alza lo sguardo della fede sa cogliere nella fine delle cose una
liberazione e può scorgere i segni dell’arrivo di Dio che fa nascere nuove
realtà.
In un mondo marcato dal senso della fine, il segno della speranza è dato
dal prendersi cura di sé: “state attenti a voi stessi”. È il tempo della cura
della dimensione interiore, del silenzio, dell’ascolto del cuore bisognoso di
essere liberato da tutte le forme di consumo, da tutte le forme di ansia,
preoccupazioni e affanni della vita.
Il cuore ha bisogno di ritrovare la
speranza, di allargare quegli spazi non ancora intaccati dal male e dalle
preoccupazioni della vita. Il cuore ha bisogno di vedere i segni della presenza di Dio e
scoprire che è Dio che si è messo alla ricerca dell’uomo perché lo ama, lo
cerca, perché ha visto che facilmente si smarrisce.
Dio ci cerca e per questo si
è fatto trovare nella carne di un bambino. Il bambino è quella realtà voluta da
Dio che mette in fuga le nostre paure, nessuno ha paura di un bambino, egli
attende che qualcuno si prende cura di lui perché ha bisogno di tutto. Il
bambino è l’immagine di ognuno di noi, bisognoso delle cure di Dio. Ritornare
bambini nel cuore per ritornare a fidarsi di Dio e della vita nonostante tutto
e così ritrovare la gioia di abitare questo mondo segnato dalla fine, ma aperto alle
novità di Dio.
don Biagio Aprile
🙏
RispondiEliminaBellissima riflessione... Grazie sempre Padre Biagio per
RispondiEliminaUna giornata importante nella vita dei Cristiani ed un forte aiuto alla riflessione da parte Sua
RispondiEliminaGrazie, Padre Biagio, per la riflessione sempre attuale e profonda.
RispondiElimina